Nella nuova bozza del decreto emergenze è stata eliminata la suddivisione del territorio colpito dal sisma del 2016 in due crateri, distinguendo le aree maggiormente colpite dove la ricostruzione avrebbe avuto una priorità maggiore. Un passo indietro che delude le attese createsi all’indomani della prima bozza. Numerose le richieste di differenziazione avanzate già ai tempi dei governi Renzi e Gentiloni e accolte dalla precedente bozza, che teneva conto dei dissesti idrogeologici, della quantità di edifici inagibili su totale, del loro tasso di inutilizzabilità e del numero di vittime per comune. Resta nel decreto la proroga della struttura e della gestione commissariale fino alla fine del 2022.