“Ci ritiriamo dal progetto. Non possiamo andare avanti così, questa storia dura da ben 19 mesi, qui c’è un’ostilità politica incomprensibile che crea un danno alla città”. E’ amareggiato il rettore dell’Università di Macerata, Francesco Adornato. Che è impegnato a seguire un ateneo in crescita con opportunità di sviluppo che coinvolgono anche la città e il territorio, ma di fronte all’ultima eccezione del Comune al progetto per ridare vita ai locali ex Upim, anche la pazienza si esaurisce. In una conferenza stampa fiume, dove peraltro si è soffermato più volte sull’importanza di guardare al futuro, affiancato dal direttore generale Mauro Giustozzi e dall’architetto Francesco Ascenzi, ha fatto la cronistoria di un progetto che ha l’ambizione di creare nuovi spazi per gli studenti in locali lasciati all’abbandono da tanti anni proprio nel cuore della città. Prima il cambio di destinazione, poi la richiesta di 70 mq da lasciare pubblici, l’Università ha fatto seguito alle richieste del Comune. “La questione dell’illuminazione delle aule posizionate nel seminterrato – spiega Ascenzi – non ci era stata posta prima come condizione, sono stati già fatti diversi interventi senza illuminazione naturale che non hanno avuto nessuna eccezione”. Mauro Giustozzi aggiunge: “Ci sono anche normative che prevedono solo luce artificiale, basti pensare ad edifici all’Università di Urbino, alla Sapienza di Roma, non esiste un divieto assoluto anche perché se la violazione fosse stata così grave, sarebbe dovuta venir fuori subito”.