Solenne concelebrazione ieri, a Cremona, per l’ordinazione episcopale di mons. Antonio Napolioni, ottantacinquesimo pastore alla guida della diocesi lombarda. Per l’occasione una folta delegazione è partita dalla sua diocesi di provenienza, quella di Camerino-San Severino, per stargli vicino.  Dal sindaco di Camerino, Gianluca Pasqui, a quello di San Severino, Cesare Martini, al presidente dell’Unione Montana delle Alte Valli del Potenza, Gian Luca Chiappa, a tanti altri sindaci del maceratese.
Insieme a quello delle autorità, monsignor Napolioni ha ricevuto l’abbraccio dell’arcivescovo di Camerino – San Severino, mons. Francesco Giovanni Brugnaro, che ha concelebrato la funzione religiosa con il vescovo di Ancona, il cardinale Edoardo Menichelli, originario di San Severino, con l’arcivescovo emerito dell’Arcidiocesi di Camerino – San Severino, mons. Francesco Gioia, e con altri vescovi d’Italia e con i tanti preti marchigiani che hanno sperimentato la paternità di don Antonello prima come vicerettore e poi come rettore del Seminario regionale. In Cattedrale, ovviamente, c’erano gli scout settempedani e quelli di tutta Italia per manifestare gratitudine al loro assistente nazionale. La mitra del nuovo vescovo di Cremona è un dono, come la casula, della comunità cristiana di San Severino: delle famiglie della parrocchia e delle monache Clarisse. Il bastone pastorale è invece quello usato da mons. Bruno Frattegiani, già arcivescovo di Camerino – San Severino che ordinò sacerdote mons. Napolioni il 25 giugno 1983, e che il novello vescovo tante volte da bambino tenne durante il servizio da ministrante.