Come faceva ogni anno da parroco, il Vescovo mons. Nazzareno Marconi, ha scritto per grandi e piccini una Favola di Natale, che ha letto durante la Messa di Mezzanotte nella Cattedrale di Macerata.
La signora Anna, per la prima volta in vita sua, sentì quanto poteva essere vicina la disperazione. Le analisi non lasciavano dubbi sulla gravità del suo male e sulle speranze quasi nulle che le restavano. Aveva lavorato tutta la vita come insegnante di scienze delle medie, cercando di fare sempre del suo meglio, senza scorciatoie e raccomandazioni ed ora che poteva godersi la pensione, giungeva quella sentenza che le toglieva il futuro.
Il suo medico le parlò di un professore, un grande specialista, che forse poteva fare qualcosa; ma solo riuscire a fissare una visita era un’impresa. Tuttavia provarono a scrivere all’ospedale della grande città dove lavorava, indicando i dati, l’età, i responsi delle analisi di Anna. Dopo pochissimi giorni giunse la risposta. Il medico era più stupefatto della signora Anna, le avevano subito fissato una visita, una visita specialissima e privata, addirittura a casa dello stesso professore.
Quando la signora Anna giunse all’indirizzo indicato, le venne ad aprire un medico, ancora giovane, che la accolse con un grande sorriso e le presentò cordialmente la moglie ed i due figli. La signora Anna non capiva, allora lo specialista le ricordò una storia di tanti anni prima. Anna era agli inizi della sua carriera di insegnate, fu trasferita a metà anno in un’altra città e si trovò con una prima media, con vari ottimi o buoni elementi, salvo uno, Paolo. I professori erano quasi tutti convinti di rimandarlo, perché Paolo con il suo atteggiamento demotivato rovinava la classe. Anna decise di affrontare la cosa in altro modo, anche perché la pagella dell’anno precedente di Paolo, cioè quella della quinta elementare, non era così male. Lo chiamò a casa sua dopo la scuola, si mise a parlare con calma con lui, cercò con pazienza di capire cosa era successo e comprese. I genitori di Paolo stavano per separarsi e lui, pur cercando di nascondere a tutti questa cosa, era sconvolto dalla prospettiva ed aveva una rabbia repressa che lo rendeva indifferente e demotivato verso tutto. La signora Anna allora gli disse: “non voglio darti illusioni, la vita è difficile e dura, certe prove sembrano più grandi di noi, ma se vuoi sperare io spererò con te. Intanto cerchiamo di recuperare il tuo anno di studio, forse non salverà la tua famiglia, ma certo influirà sul tuo futuro”. Paolo le aveva dato ascolto. Guidato da Anna aveva studiato con impegno, la sua rabbia si trasformò in voglia di fare bene ed alla fine dell’anno tutti i professori decisero di promuoverlo, perché aveva migliorato in tutte le materie e dava buona speranza per il futuro. L’anno dopo Anna fu trasferita, ma Paolo continuò nel suo impegno, visse con coraggio la crisi della sua famiglia, si fece onore negli studi e nella professione ed ora era davanti a lei, il suo alunno era diventato il medico che poteva curarla. Il dottor Paolo guardò la sua anziana professoressa, che non nascondeva la commozione e le disse con una voce serena e solenne, ripetendo parole che non aveva mai dimenticate: “non voglio darti illusioni, la vita è difficile e dura, certe prove sembrano più grandi di noi, ma se vuoi sperare io spererò con te”.
Questa è la mia favola di Natale. Come ogni storia ha tanta verità e la morale è questa: dona speranza e non smettere di sperare, tutto il bene che facciamo nel mondo prima o poi germoglia, cresce e porta frutti, di cui tutti si possono nutrire. Che il Giubileo della misericordia, ci insegni la speranza.
+ Nazzareno