Il rettore dell’Università di Macerata Francesco Adornato si è unito alla Maratona di scienziati, professori e ricercatori organizzata dall’Università del Piemonte Orientale per Ahmadreza Djalali, il medico iraniano-svedese condannato a morte dalle istituzioni del suo paese per spionaggio. Djalali è stato un ricercatore del centro di Medicina dei disastri dell’Università del Piemonte orientale, della Vrije Universiteit di Bruxelles e del Karolinska Institutet di Stoccolma.
“L’Iran è un Paese di una storia secolare – sono le parole di Adornato -, di una civiltà raffinata e tra le più antiche del mondo e di straordinaria cultura. L’Italia ha un risalente legame di amicizia con la Repubblica Islamica dell’Iran e più ampiamente con la cultura islamica. Gli esempi potrebbero essere tanti.
Una conferma di questa amicizia è data, in particolar modo, dalla lettura ancora oggi diffusa in Italia delle poesie del poeta iraniano Shams al-Din Muhammad Shirazi, meglio conosciuto con lo pseudonimo politico Hafez, ovvero “colui che conosce a memoria” [si intende il Corano], vissuto tra il 1315 e il 1390, di cui vorrei citare un verso da dedicare a Ahmadreza Djalali. “Se pur segretato, velato, egli appare al mio sguardo / sotto gli occhi è pur sempre di questa mia mente serena”.
In nome di questi valori e del legame tra le nostre civiltà, rivolgo il mio appello per la liberazione di Ahmadreza Djalali. Che sia restituito alla ricerca e alla comunità degli studiosi, alla famiglia, al suo stesso Paese”.