Nello scorso anno ‘sociale’ l’Azione Cattolica Italiana della diocesi di Macerata, in collaborazione con il Laboratorio diocesano della formazione ‘Form.A.C’, ha avviato un percorso di conoscenza del territorio, iniziato con una ‘passeggiata’ sui luoghi della ‘misericordia’, presenti a Macerata e conclusosi al Centro di Ascolto e di Prima Accoglienza, Rampa Zara, eppoi invitando a fotografare, attraverso un concorso a livello provinciale, il proprio territorio accogliente, che si è concretizzato in una mostra, grazie all’aiuto del fotoreporter Claudio Colotti, nella prospettiva di generare incontri. Continuando questa linea della ‘generatività’, nel presente anno l’Azione Cattolica si appresta ad ‘abitare’ le città con lo ‘spirito di vita nuova’ descritto nell’esortazione apostolica ‘Evangelii Gaudium’ di papa Francesco’: “Senza vita nuova e autentico spirito evangelico, senza ‘fedeltà della Chiesa alla propria vocazione’, qualsiasi nuova struttura si corrompe in poco tempo”. L’Azione Cattolica diocesana nel percorso dedicato all’ ‘abitare’ vuole tradurre in atteggiamenti di vita cittadina ciò che è scritto in una ‘lettera’ della Chiesa del II secolo, ‘A Diogneto’: “Abitare oggi, significa fare proprio l’atteggiamento della comunità cristiana; è incarnare quella condizione apparentemente contraddittoria di piena cittadinanza e di totale estraneità alle logiche del mondo, una condizione che diventa in sé presenza missionaria solo se è capace di contagiare con il piacere e la bellezza di credere insieme”. Da queste sollecitazioni l’Azione Cattolica diocesana apre questo anno associativo con la riflessione del vangelo di san Matteo: ‘Lo avete fatto a me!’, secondo l’invito di papa Francesco: ‘Raggiungete tutte le periferie e là siate Chiesa’. Il passo evangelico è lo sfondo della Lectio divina, che si svolgerà domenica 1^ dicembre alle ore 15.30 presso il Centro di Ascolto e di Prima Accoglienza, Rampa Zara a Macerata, guidati dal vicepresidente nazionale di Azione Cattolica, prof. Giuseppe Notarstefano, che rifletterà sullo stile dei credenti nell’abitare la propria città: “E’ la misericordia che apre gli occhi ed il cuore per comprendere quali siano i luoghi e le condizioni di vita… Abitare le periferie diventa non solo l’atto volontaristico di chi, ‘una tantum’, vuole compiere un gesto di bontà. E’ la scelta di ‘prendere residenza’ là dove il Signore si rende presente attraverso i bisogni dei poveri, secondo lo stile delle relazioni, ecclesiali e sociali”.