Per il settimo anno l’Associazione Arena Sferisterio chiude il proprio bilancio con un segno positivo: per il 2018 l’utile è di € 3.357 per un totale dei ricavi di € 4.491.031 e costi pari a € 4.487.674.
Questi i primi numeri e i risultati del bilancio 2018 dietro ai quali si delinea un percorso, una sfida lanciata in questi anni e basata, oltre che sulla riorganizzazione delle risorse, sull’aumento dei ricavi. Tale obiettivo si è raggiunto attraverso una necessaria nuova capacità gestionale e alla solidità del controllo della spesa, fondate su capacità di analisi previsionale e controllo puntuale delle spese. Tutto questo è stato possibile grazie all’impegno, sin dal 2011, di un nuovo CdA scelto con precisi criteri di «autonomia, competenza, coraggio, gratuità, amore per lo Sferisterio e per l’opera, con una ossessiva tensione per la trasparenza».

Con queste parole, il presidente dell’Associazione Romano Carancini ha introdotto la presentazione del bilancio consuntivo del 2018, presentato con il vicepresidente dell’Associazione Arena Sferisterio, Antonio Pettinari, dal sovrintendente Luciano Messi e dal presidente del Collegio dei revisori dei conti, Giorgio Piergiacomi: un bilancio che, guardando indietro, consolida la nuova storia gestionale e artistica del Macerata Opera Festival, cioè dall’insediamento nel 2011 del presidente Carancini, del Vicepresidente Pettinari e quindi dell’attuale CdA. Sono stati anni durante i quali la riorganizzazione e il consolidamento istituzionale sono andati di pari passo, dapprima con la scelta di un direttore artistico fortemente innovativo come Francesco Micheli, poi col passaggio a un team più articolato e complesso (con il sovrintendente Luciano Messi, la direzione artistica di Barbara Minghetti e la direzione musicale di Francesco Lanzillotta) volto a implementare progressivamente lo staff e l’offerta del Festival alle caratteristiche più moderne della vita musicale internazionale.

Nel 2018 i ricavi si sono fondati su quattro elementi: contributi pubblici per circa €1.990.000, biglietteria per circa € 1.270.000; sponsor e donazioni art bonus circa € 555.000, altre attività e proventi diversi 675.000. Da questi dati si può affermare una delle caratteristiche principali della gestione dello Sferisterio in questi anni e cioè che l’autofinanziamento supera il contributo pubblico, in percentuale il 55%.

I costi, a partire da un sempre più solido controllo della spesa, talvolta mostrano differenze e aumenti fra preventivo e consuntivo, cosa che deriva dal fatto che durante l’anno vengono varati ulteriori progetti e attività artistiche che si autofinanziano o per i quali vengono reperite entrate specifiche. Infatti le cifre che crescono sono quelle per i cast (compensi per gli artisti), gli allestimenti (in particolare i service audio-luci) e le spese generali (promozione, costi di biglietteria, Siae) e il personale se ci sono esigenze tecniche rilevanti. Quello di aumentare attività e valori di bilancio nel corso dell’esercizio è un importante indicatore della capacità di utilizzare bene le risorse finanziarie disponibili, sia quelle dirette che quelle che possono essere attivate di conseguenza.
La crescita del bilancio di quasi il 20%, fra previsione e consuntivo, rappresenta una qualità importante perché all’aumento di certe spese aumenta anche la capacità di investire e individuare nuove risorse.

Osservando lo stato patrimoniale si evince bene il percorso fatto dal 2010 al 2018 per quello che è la “salute del bilancio”: l’indebitamento lordo (cioè il totale dei debiti) ammonta ad € 3.461.244 ed è diminuito rispetto agli ultimi due esercizi; i crediti complessivi sono invece di € 3.207.010 per cui l’indebitamento netto risulta pari ad € 254.234 in diminuzione di quasi € 90.000 rispetto al 2017.
Altri dato significativo rispetto anche ad altri teatri è la liquidità passata da circa € 6.000 del 2010 agli oltre € 600.000.

Il risultato positivo ottenuto è ancora più lusinghiero se si tiene conto che in questi anni è profondamente mutato lo scenario relativo ai vari contributi percepiti; basti pensare che nel 2010 il contributo della Provincia di Macerata era stato di € 550.000, quello della Fondazione Carima di € 250.000 e quello della Banca delle Marche di circa € 100.000.

I dati dimostrano quindi come la gestione operata dall’Associazione si sia rivelata corretta e il confronto con la situazione di partenza rende maggiormente l’idea di ciò che è stato fatto in termini economici e finanziari in questi otto anni.

A risaltare è però un dato che va oltre i “semplici” numeri dei bilanci e che è fornito dall’impatto sul territorio che le attività dello Sferisterio hanno: negli ultimi anni si è affermata sempre di più l’immagine dell’Associazione Arena Sferisterio come ente solido in grado di poter stringere accordi con prestigiose istituzioni culturali e teatrali, nazionali ed internazionali. Questo si è tradotto in una ricaduta diretta sul territorio che, in termini economici, supera l’investimento degli enti locali. Lo Sferisterio rientra in questo senso all’interno delle stime nazionali che descrivono un rapporto di 1 a 7 tra investimento e ritorno economico.
Altrettanto importante è l’impatto sociale generato: attraverso la programmazione artistica e le attività educational destinate a tutte le fasce d’età, la presenza dello Sferisterio contribuisce alla crescita culturale della comunità che si muove di pari passo con la crescita sociale dovuta all’impiego di oltre 500 lavoratori (di cui oltre l’80% del territorio) per circa 20.000 giornate di lavoro all’anno. Al dato numerico si congiunge quello qualitativo e professionale, perché le nuove maestranze rispondono con sempre maggiore efficienza ai dettami normativi e ai più aggiornati ed elevati standard di produzione.