“Le università devono andare oltre i loro schemi, i loro paradigmi classici, le loro categorie tradizionali. Oltre il noto e il vissuto. Oltre gli stessi confini fisici”. L’Università di Macerata, come è evidente nelle parole del rettore Francesco Adornato, guarda al futuro con la volontà di aprire nuovi orizzonti nel rispetto del trinomio “Università, culture e dialogo”, tema al centro della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2018/2019.
Nel 729esimo anniversario dalla nascita dell’ateneo maceratese, il Teatro Lauro Rossi ha accolto stamane il corteo degli accademici composto dal rettore, dai docenti, dai rappresentanti del personale tecnico amministrativo e degli studenti, dai rettori degli altri atenei marchigiani, dal direttore generale e dalle delegazioni internazionali, preceduti dal gruppo Vox Ulmi della Rievocazione Storica La Margutta di Corridonia. Prima della cerimonia, il Vescovo di Macerata Mons. Nazzareno Marconi ha presieduto la celebrazione della Santa Messa per la comunità universitaria nella chiesa dell’Immacolata in Corso Cavour, ricordando le parole pronunciate da Papa Francesco nell’incontro con gli studenti e il mondo accademico svoltosi lo scorso 1° ottobre 2017 a Bologna.
I saluti sono stati affidati ad Elisabetta Baldassini (rappresentante degli studenti), Antonella Tiberi (rappresentante del personale tecnico amministrativo) e Giuseppina Larocca (rappresentante del personale docente).
Sul fronte internazionalizzazione, la situazione di Unimc – a sentire il Direttore Generale Mauro Giustozzi – è confortante: “nel 2018 il numero degli studenti internazionali (con cittadinanza estera) complessivamente iscritti ai corsi di laurea erano 434 (pari a circa il 4% del totale iscritti) con provenienza da 60 Paesi di 4 continenti. Ad essi si aggiunge il crescente numero di studenti in mobilità sia in entrata che in uscita (Erasmus, Traineeship ed ExtraUe) che nell’anno accademico 2017-18 sono risultati essere complessivamente oltre 600”. Focalizzando l’attenzione sugli investimenti, Giustozzi ha ricordato nel suo intervento i lavori completati per i recuperi dell’Orto dei Pensatori e della Biblioteca giuridica centrale. Sono tutt’ora in corso gli interventi di restauro di Villa Lauri, mentre proseguono gli iter progettuali per la realizzazione di nuovi impianti sportivi nell’area del Campus Limadou e per l’ampiamento del Polo Bertelli di Vallebona. Nel frattempo, c’è grande attesa per la prossima realizzazione della nuova fermata “Macerata-Università” della linea ferroviaria Civitanova-Fabriano.
Forte il legame tra Macerata e il suo ateneo, come ricordato dal rettore: “l’Università di Macerata è uno dei protagonisti principali, se non il principale, delle dinamiche economiche, sociali, culturali urbanistiche. L’Università riverbera prestigio sulla città per la sua tradizione, per il blasone scientifico e per il ranking internazionale, nel quale ultimo abbiamo fatto ingresso”.
Una storia, quella di Unimc, che si lega indissolubilmente alla più ampia evoluzione delle Università europee, quadro tracciato dal Professore Emerito Alma Mater Studiorum / Università degli studi di Bologna, Gian Paolo Brizzi, nella sua prolusione. Grazie alle Università – ha riferito il Professor Brizzi – “il sapere divenne sistema organizzato e coeso di conoscenza razionale, utilizzabile per gli uomini e soprattutto, comunicabile agli uomini”, sapere oggi diffuso su scala globale grazie alla nascita nel dopoguerra di “organismi internazionali e forme di collaborazione volte ad abbattere quegli steccati che avevano fatto pagare prezzi di sangue altissimi ai Paesi europei”.
Al termine dell’evento, i docenti Donatella Bisconti (Università di Clermon Auvergne), Valbonia Duri (Università di Gjirokaster), Marie-Christine Cauchy-Psaume (Faculté Libre de Droit, d’économie et de Gestion – FACO), Jerzy Boehlike (Università di Torun Niccolò Copernico), Henry Sardaryan (Moscow State Institute of International Relations – MGIMO), Zhou Zuoyu (Università Normale di Pechino), Catherine Deffains-Crapsky (Università di Angers), Mariàn Gonzàles Rua (Università di Oviedo) e Pierre Serrand (Università di Orléans) hanno apposto la loro firma ad una pergamena, una sorta di pre-impegno alla futura “Carta di Macerata”, documento in grado di tenere viva la fiamma del rapporto tra università, culture e dialogo.

Marco Morosini

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