Anche le grandi fratture della vita possono essere riparate, proprio come l’antica ed affascinante arte giapponese del Kintsugi. È questo il “trait d’union” tra le giovani esistenze narrate nel film “La mia seconda volta” per la regia di Alberto Gelpi, ispirato alla storia vera di Giorgia Benusiglio, la ragazza di Milano che nel 1999 è stata miracolosamente salvata grazie a un trapianto di fegato, dopo aver assunto una piccola quantità di ecstasy. Nel film, la storia di Giorgia – interpretata da Mariachiara Di Mitri – si interseca indissolubilmente con quella di Ludovica, impersonata da Aurora Ruffino, vite ambientate sul territorio marchigiano. Nel cast anche Federico Russo, Luca Ward, Ludovica Bizzaglia, Yuri Napoli, Pietro Sarubbi, Ettore Belmondo e la partecipazione di Isabella Russinova, Beatrice Olla, Paolo Sotgiu, Enrico Inserra, Enrico Verdicchio e Daniela Poggi. Riconoscibili gli scorci urbani di Macerata, Recanati, Civitanova Marche e Corridonia. Il film, realizzato con la partnership con Banca Macerata e distribuito dalla Dominus Production è stato presentato in anteprima nella serata di ieri al folto pubblico raccoltosi nelle sale del Multiplex 2000 di Piediripa per incontrare il cast.

A fare gli “onori di casa”, l’attore e produttore di Marchigiano Simone Riccioni, piacevolmente colpito dalla reazione dei giovani spettatori: “non mi sarei mai immaginato che i ragazzi potessero appassionarsi così tanto a una storia vera, ma molto dolorosa. Per questo sono veramente contento. Quando racconti qualcosa con il cuore, il pubblico è in grado di capirlo”. La volontà di Riccioni è anche quella di accendere i riflettori sul territorio marchigiano: “ci sto provando – riferisce ai nostri microfoni – ma avrei bisogno di un aiuto che immagino arriverà. Siamo giunti al terzo film, adesso iniziamo a far capire che stiamo facendo sul serio e non ci stiamo soltanto divertendo a fare il cinema”.

“Questi sono i progetti a cui tengo di più – riferisce l’attrice Aurora Ruffino – progetti pieni di significato che possono veramente aiutare i giovani a pensare di più. Non avete idea di quanti messaggi riceviamo. Oggi abbiamo incontrato duemila studenti. Sono rimasti particolarmente colpiti dalla storia e questo magari li spingerà a non provare in futuro quella pasticca di ecstasy. Questo è il motivo per cui amo fare questo mestiere”.

Una prima volta sul grande schermo per Mariachiara Di Mitri: “c’è la volontà di passare il messaggio in modo più chiaro possibile, senza fare moralismi o costringere le persone a pensare al proibizionismo fine a sé stesso. Quello che vogliamo fare è rendere consapevoli le persone di ciò che stanno guardando, pensando, affrontando. Poi la decisione è la loro, però è importante rendere consapevole questa decisione”.

Spazio anche per attori emergenti marchigiani, come Enrico Verdicchio: “la marchigianità è presente in tutto il film perché interamente girato nelle Marche. Abbiamo così valorizzato il nostro territorio martoriato negli ultimi anni da eventi catastrofici. Sono orgoglioso di far parte di questa avventura. Anche per me è la prima volta e arrivare sul grande schermo con un film di notevole peso sociale e culturale è un grande orgoglio, sono molto felice”.

Marco Morosini

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