Dopo anni di crisi, la ricostruzione post terremoto poteva rappresentare un’opportunità di ripresa per il settore edile nel maceratese, invece, a causa di una burocrazia incomprensibile, si rischia di affossare le piccole imprese locali. Il grido d’allarme è stato dato oggi, all’unisono, dai rappresentanti di Edilizia Confartigianato e CNA, rispettivamente Pacifico Berrè e Michela Rossi, e dai diversi imprenditori intervenuti in una conferenza stampa fiume. Il lavoro c’è perché nel nostro territorio sono migliaia gli edifici da sistemare nell’ambito della ricostruzione leggera, le ditte sono impegnate per sei mesi, un anno, ma finito il lavoro non riescono a riscuotere le somme stabilite. “Non si può attendere sei mesi, quando va bene, per riscuotere i proventi del lavoro, dopo che sono stati improntati capitali, ci sono i dipendenti da pagare. Insomma questa situazione è insostenibile. A questo queste condizioni non ci resta che rifiutare i lavori”. E’ quanto è stato riferito da vari imprenditori del settore che, in questo frangente, hanno rivolto un appello al legislatore e al commissario alla ricostruzione, Piero Farabollini, affinché si operi per cambiare il sistema che blocca l’intero territorio.