Ci sono ben due maceratesi tra le 33 persone selezionate che ieri hanno ricevuto le onorificenze al merito dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per l’impegno nel sociale, nell’integrazione e nella cultura della legalità. Sono Annalisa Ubertoni e Aldo Chiavari.
Annalisa Ubertoni, 56 anni, residente a Treia, ha ricevuto l’onorificenza “per l’esemplare contributo in favore di una politica di pacifica convivenza e piena integrazione”. Coordinatrice del Centro di studi e servizi per la famiglia de La Goccia Onlus, associazione per l’affido, l’adozione e il sostegno famigliare. Dal 2016 è la referente territoriale del gruppo marchigiano di Refugees Welcome Italia, organizzazione impegnata nella promozione di una politica dell’inclusione sociale che passa attraverso l’accoglienza domestica dei migranti e che a Macerata conta venticinque attivisti. Assieme alla sua famiglia ha accolto in casa Mohammad Toure, di 23 anni, rifugiato dalla Costa d’Avorio. Sono sue le parole riportate sul documento ufficiale della Presidenza della Repubblica: “L’ospitalità domestica, la convivenza permettono un accompagnamento e una crescita reciproca, aiutano ad essere partecipi di una comunità attiva, costruiscono nuove relazioni umane, sociali e lavorative. Siamo famiglie consapevoli che chi si prende cura dell’altro si prende cura di sé. Sta a noi realizzare la capacità di condividere le diversità nell’uguaglianza creando una sinergia sociale rigeneratrice per una Italia migliore e possibile”. Refugees Welcome condivide con Annalisa l’onore e la soddisfazione per il riconoscimento di un grande impegno al servizio della comunità della regione e, in particolare, di Macerata.
Aldo Chiavari, 76 anni, nato a Tolentino e residente a Petriolo, è stato nominato Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana “per la sensibilità e la generosità con cui ha sostenuto due dipendenti duramente provati dalla malattia e dalla successiva scomparsa della figlia”. Aldo Chiavari è presidente dell’azienda Dafram che costruisce valvole a sfera lottante. Due suoi dipendenti, Amos e Giuseppina Pazzaglia, hanno dovuto combattere una lunga battaglia per la figlia Valentina a cui era stato diagnosticato un rabdomiosarcoma maxillo-facciale. Nel 2015, dopo tre anni di cure in cui Chiavari ha sostenuto la famiglia sia moralmente che economicamente, la giovane è morta. La società ha anche mantenuto il posto ai due coniugi.