Di Elisa Cinquepalmi

MACERATA – Palazzo di Giustizia blindato, giornalisti assediati fuori. È arrivata, poco dopo le 17.00, la sentenza per Luca Traini, il 29enne autore del raid che il 3 febbraio scorso ha tenuto Macerata con il fiato sospeso.
Il giovane, a seguito dell’orribile vicenda di cui era stata vittima qualche giorno prima la diciottenne romana, Pamela Mastropietro, aveva deciso di fare giustizia, ferendo con la sua pistola Glock sei persone, tutte di origine africana.
L’udienza di questa mattina in Corte d’Assise a Macerata, a porte chiuse, è iniziata con il pentimento dell’imputato.
Un discorso di sei pagine, scritto a mano, in cui afferma che, dopo 8 mesi di detenzione, ha compreso la gravità del suo gesto e che il male è insito nell’uomo a prescindere dal colore della pelle.
Il giovane afferma “Non sono razzista” e dichiara che il suo intento non era quello di colpire le persone di colore, ma gli spacciatori. Infine, ringrazia le forze dell’ordine per aver intensificato a Macerata i controlli antidroga.
Un pentimento che sembra però non aver convinto le parti civili, in particolare l’avvocato Raffaele Delle Fave, legale di Jennifer Otiotio (la giovane, ferita ad una spalla, ha richiesto la somma di 750.000 euro per danni fisici e morali).
Nella sua requisitoria il Pubblico Ministero, Giovanni Giorgio, ha chiesto per il reato di strage la condanna di 22 anni di carcere, poi ridotta a 12 considerando la mancanza di precedenti di Traini, incensurato. Una richiesta che è stata stata confermata dalla Corte d’Assise dopo alcune ore di camera di consiglio.
Inoltre,Traini dovrà scontare altri 3 anni di libertà vigilata.
Il difensore del ventinovenne maceratese, avv. Giancarlo Giulianelli, parlando con la stampa ha dichiarato: “Ricorrerò di sicuro in Appello. Non siamo soddisfatti anche alla luce del pentimento del mio assistito. Voglio sottolineare come da parte sua ci sia un sincero ravvedimento. Mi ha in merito annunciato la sua ferma intenzione di iscriversi all’università, alla Facoltà di Storia presso l’Università degli Studi di Urbino.

Traini vuole anche, tramite me, ringraziare pubblicare la Polizia penitenziaria di Piacenza e di Montacuto, dov’è attualmente detenuto. Ha avuto un trattamento umano per cui serba gratitudine. E sottolinea come il suo gesto sia derivato da tristi esperienze personali e sentimentali in riferimento ad una relazione con una fidanzata a quel tempo tossicodipendente”. Presente in aula anche il sindaco di Macerata, l’avvocato Romano Carancini.

Raffaele delle Fave
Giancarlo Giulianelli
Raffaele delle Fave
Raffaele delle Fave