di Luigi Taliani

Oggi  sul Corriere della Sera, Alessandro D’Avenia,  nella sua rubrica “letti da rifare” fa l’elogio della fragilità. Solo la fragilità e il dolore, presi per mano dall’amore (tempo,cura,parole), ci portano nel punto più profondo del mondo, in cui abitano gli uomini spogliati dalla bugiarda pretesa di autosufficienza, causa di ogni amara solitudine. Solo quando un uomo carica sulle sue spalle il dolore altrui, allora il dolore è abitabile e superabile, come Simone di Cirene costretto dai soldati a portare la croce di Cristo, gesto indagato con tenacia  da Andrea Tarabbia nel recente Il peso del legno: “Simone sente che quel morituro gli appartiene in virtù del gesto che ha fatto per lui”.