“Non era mai stato registrato prima uno sbarco di stupefacenti così ingente sulla nostra costa. Le indagini sono state molto impegnative per risalire agli autori, persone che nulla hanno a che fare con il nostro territorio. Sono 4 i cittadini albanesi arrestati”. Così il procuratore capo, Giovanni Giorgio, ha aperto questa mattina, la conferenza stampa presso il comando provinciale dei carabinieri di Macerata, convocata per riferire ai giornalisti che sono stati presi gli autori dello sbarco di 915 chili di marijuana ritrovato il 29 giugno 2017, sulla spiaggia di Porto Recanati. Giovanni Giorgio ha anche tenuto a precisare che l’impegno delle forze dell’ordine è massimo per individuare i responsabili di tutti i reati in atto sul territorio, in prevalenza connessi allo spaccio di sostanze stupefacenti, anche per cercare di far fronte “allo smarrimento che c’è in giro”. Un chiaro riferimento ai gravi fatti di cronaca che si sono verificati di recente a Macerata e che hanno un’impronta precisa legata alla diffusione della droga sul territorio. Per questo risulta importante quest’ultima operazione che ha visto il fermo dei 4 albanesi, tutti regolari sul territorio nazionale, tratti in arresto dai carabinieri del Reparto Operativo di Macerata e della Stazione di Porto Recanati (K.R., 34enne, F.P., 49enne, G.E. 30enne, H.K., 26enne).
Lo scenario dell’ingente rinvenimento di marijuana è quello della spiaggia di Porto Recanati, nei pressi della pineta nelle vicinanze di via della Repubblica, quando intorno alle 6,30 circa del 29 giugno dello scorso anno, i carabinieri della locale Stazione, durante un normale servizio di perlustrazione, notavano arenato sulla spiaggia un motoscafo da altura, bianco, lungo quasi 10 metri dotato di 2 motori da 200 cv. Nelle immediate vicinanze una trentina di imballi (con impressi alcuni segni distintivi), poi risultati contenere dai 10 ai 30 kg ciascuno di marijuana, 28 taniche piene di benzina (dai 20 ai 30 litri ognuna), 4 bottiglie d’acqua, 1 giaccone, 1 paio di scarpe, 1 paio di sandali, 1 maglia e poi altri 4 imballi di marijuana abbandonati a circa 50 metri dal motoscafo, nascosti in pineta. La notte precedente aveva fatto brutto tempo e il mare era stato burrascoso, quindi era ipotizzabile che chi occupava lo scafo bianco (da cui “Operazione White Boat”) era rimasto senza carburante, incagliato sulla sabbia, e lo avevano dovuto abbandonare.
Dopo le complesse attività investigative svolte dal personale del Nucleo Operativo della Compagnia di Civitanova Marche e del Nucleo Investigativo di Macerata che permettevano di contare complessivamente 915 kg di marijuana, le prime indagini venivano avviate dai Carabinieri della Stazione di Porto Recanati che, concentrandosi sui codici presenti sulle taniche di benzina, riuscivano a risalire ai 2 negozi che le avevano commercializzate, risultati entrambi ricadenti nella cittadina di Senigallia.
I militari di Porto Recanati, dopo essere riusciti a risalire ai giorni in cui erano state vendute le taniche – precisamente il 26 e il 28 giugno 2017 – visionavano le riprese di video sorveglianza, interne ed esterne, del negozio ed estrapolavano le immagini dei soggetti che si erano recati per acquistare le taniche di plastica, identificati successivamente.
Dopo un lavoro certosino e articolato svolto dal militare esperto in tabulati telefonici del Nucleo Investigativo di Macerata, veniva analizzato tutto il traffico di dati intercorso sulle celle di copertura di tutte le zone di interesse, dalla spiaggia di Porto Recanati, ai negozi di Senigallia, per poi passare ai tabulati telefonici relativi alle utenze in uso a quest’ultimo e alla sua cerchia di amici stretti.
L’esame dei notevoli dati acquisiti consentiva di ricostruire tutti i movimenti effettuati dai soggetti coinvolti e quindi di procedere con il loro arresto.