Fratture in cresta al Monte Vettore e al Monte Porche, un lago temporaneo nella Valle dell’Infernaccio, la portata del fiume Nera aumentata del 30%. Sono più di 4 mila gli effetti geologici prodotti in un’area di 2 mila metri quadrati dai terremoti di agosto e ottobre nelle Marche. I Geologi dell’Università di Camerino e della Regione Marche, in collaborazione con altri professionisti, hanno messo a punto una banca dati degli effetti di superficie della sequenza sismica, corredata da molte fotografie. Sul Monte Porche, alla Cima di Vallelunga, si vedono fratture larghe oltre 60 cm e profonde un metro, a Ussita, Castelsantangelo sul Nera e Visso si è avuta la conferma che terremoti di magnitudo superiore a 6 possono scatenare riattivazioni significative delle frane, modificando il paesaggio. Il sisma ha fatto spuntare un lago temporaneo lungo la valle dell’Infernaccio, in corrispondenza della zona delle Vene. Lo scuotimento sismico ha riattivato vulcanelli di fango già conosciuti (a Monteleone di Fermo e a Curetta di Santa Vittoria in Matenano) e ne ha smosso di nuovi, come nell’area industriale di Caldarola.