Puntare sul Made in Italy, sulle necessità della classe media (destinata a crescere nel continente africano), sulle infrastrutture (specie quelle sanitarie, che gli Stati africani stanno implementando), sulla cooperazione allo sviluppo come strumento efficace per una reciproca conoscenze e per arrivare a un mercato potenziale di oltre un miliardo di persone. È la ricetta suggerita alle imprese marchigiane che vogliono investire in Africa, proposta ai numerosi imprenditori che hanno partecipato al Forum (promosso dalla Regione, a Civitanova Marche) “Africa 2016/2020 – Riflessioni e strategie per una politica di internazionalizzazione”. I dati parlano chiaro: nel 2014 le esportazioni mondiali delle Marche hanno superato i 12,4 miliardi e le importazioni i 7 miliardi, con un sorprendente saldo negativo in Africa: le Marche hanno più importato (606 milioni di euro) che esportato (506 milioni). Il 97% dello “sbilancio” (584 milioni) è stato accumulato nei sei paesi dell’Africa del Nord (Algeria, Egitto, Libia, Marocco, Mauritania, Tunisia), dove l’export marchigiano non ha superato i 355 milioni.