Domanda interna in leggera ripresa (+3,2%), produzione stabile, arresto della caduta di investimenti delle imprese, frenata della flessione dei prestiti (-0,7% a marzo 2015), più transazioni edilizie (+1%) e occupati (1,6%). Rispetto al quadro negativo di novembre, il rapporto della Banca d’Italia sull’andamento dell’economia marchigiana mostra ora segnali positivi che sono ancora “molto deboli” e fanno pensare più a un “rimbalzo ciclico” che a una ripresa solida. L’impatto complessivo della crisi è stato maggiore nelle Marche che in Italia, Il brusco calo delle esportazioni marchigiane in Russia nel 2014 (-17%) ha fatto diminuire di oltre un punto percentuale il trend dell’export regionale e penalizzato soprattutto i comparti di calzature (-3,1%) ed elettrodomestici (-3,6%). Lo dicono i dati del rapporto della Banca d’Italia sull’andamento dell’economia marchigiana: lo scorso anno l’export è cresciuto del 7,5% e dell’1,9% al netto dei trasferimenti farmaceutici infragruppo (20% del totale). Hanno fatto da traino i prodotti petroliferi, grazie alla riattivazione della raffineria Api, i tessili e d’abbigliamento (8,7%), i mezzi di trasporto (6% grazie alla nautica da diporto) e i meccanici (+1,9%). In calo i mobili (-6,3%). L’export verso l’area euro è cresciuto del 14,1% mentre quello verso l’Europa centro-orientale è crollato (-15%). E’ rallentato l’aumento di esportazioni verso l’Asia (+5%) e risultato in calo verso gli Usa, -3,2%, dovuto soprattutto alla meccanica.