Eccezionale partecipazione di pubblico, l’altra sera, all’incontro al cinema Excelsior, con l’avv. Gianfranco Amato sul Gender. Il presidente dei Giuristi per la vita si è soffermato sul tema del disegno di legge Scalfarotto sull’omofobia e su quello dell’inserimento dell’ideologia gender  in progetti educativi per la scuola primaria e secondaria.
Gli organizzatori,  la Diocesi e varie associazioni locali attente al tema della famiglia e dell’educazione, avuto sentore che lo spazio in sala non sarebbe bastato, hanno predisposto nel pomeriggio un collegamento video con la vicina Chiesa dell’Immacolata, ma anche qui non c’è stato spazio sufficiente ed altra gente ha seguito nelle sale di catechismo la trasmissione via radio (frequenze di Radio Nuova Macerata) dell’evento.
Il vescovo ha commentato questa straordinaria affluenza dicendo: “Macerata ha dato un chiaro segnale che le famiglie ci sono, e sul tema dell’educazione dei figli ed in particolare dei modelli di affettività, sessualità e famiglia che la scuola propone loro, rivendicano il loro diritto di essere informate, coinvolte, rese protagoniste”. “Questa nostra città – ha continuato il Vescovo – ha nella famiglia un solido punto di riferimento e tutte le altre realtà, anche l’Amministrazione Pubblica, la Chiesa e la Scuola, debbono sentirsi collaboratrici della famiglia, a cui va riconosciuto il primato nel tema dell’educazione”.

La relazione dell’avv. Amato, ha stimolando in molti la curiosità di comprendere meglio perché su alcuni argomenti come: “i diritti delle persone omosessuali”, si debbano fare leggi straordinarie, quando la legislazione ordinaria che garantisce ogni cittadino tutela già chiaramente il loro pieno diritto ad essere accolti come normali cittadini, che godono già di diritti e doveri. Certe leggi speciali, se non celano finalità nascoste per imporre una mentalità ed una cultura che la nostra gente non sente come propria, non si spiegano. Ma non è compito delle leggi, secondo lo spirito della Costituzione Italiana, imporre l’ideologia di un gruppo, all’insieme del popolo italiano. Proprio questa volontà di cambiare la mentalità degli italiani, a forza di leggi e decreti ministeriali, è apparsa nella questione del progetto “gender” imposto in certe programmazioni scolastiche senza un coinvolgimento chiaro ed informato delle famiglie.